Racconto 2014

Ore 9.30: il Piazzale della Vittoria di Brendola inizia ad affollarsi. Tutti in bici, belli e colorati, sono i partecipanti al Trofeo Spiller 2014!

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Ore 9.05: inizia la consegna dei pettorali!

L’ambito numero 1 al colui che da ormai molti anni troneggia nella classifica Hi-Fi, l’eterno Nicola Nardino!

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Nutrita la compagine femminile, quest’anno ci sarà battaglia per il titolo donne con Elisa Baccarini, Lucia Celotto, Luisa Donà e Carla Tresso.

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E con la presenza femminile si accende anche la competizione tra squadre!

Alla partenza il team “CICLETICA”

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E la formazione del “VICENZA 3”

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Ma anche se non ufficiali si possono scorgere tra i partenti altre formazioni, più o meno professioniste, più o meno agguerrite…

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Ore 10.00 meno un qualcosina: il patron si appresta a dare le ultime indizazioni ai 45 partenti (record storico!)…

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Ore 10.00 e qualcosina: si parte!!!!!!!!

Sin dalle prime battute si capisce che la compagine della sky, inviata per rifinire la preparazione in vista degli appuntamenti di fine stagione, quali campionati del mondo e “la classica delle foglie morte”, per l’occasione vestita di rosso (gli uomini in red), vuole imporre il proprio ritmo alla faccia di tutto e tutti per rendere da subito la corsa dura e selettiva. Capitano designano sembra essere Davide Varo, ma si sa che troppi galli nel pollaio da gestire possono lasciare spazio a qualche sorpresa. Così dopo aver attraversato la linea del futuro traguardo in senso contrario si alza subito il ritmo e dopo una serie di scatti e contro scatti il gruppo è subito messo in fila indiana e inizia piano piano a perdere elementi. Svolta a sinistra piuttosto “rischiosa” si inizia a procedere con andatura regolare verso la prima salita di giornata che porta a bocca d’ascesa. La domanda che più circola nell’aria è ”che intenzioni avranno gli uomini in red”? Cercheranno già subito di sfoltire il gruppo a meno unità possibili oppure la prenderanno con cautela per non sfinire i propri compagni di squadra meno abili in salita trovandosi potendo vantare poi una netta superiorità numerica nel successivo tratto in pianura?? Detto fatto e i dubbi vengono subito risolti. Sotto l’impulso di Davide Varo e altri due uomini il gruppo pian piano si assottiglia. L’andatura non è estrema però costantemente vicina ai 20 km/h quindi sufficiente a creare già una certa selezione che porterà a vedere, come si dice in gergo, corridori da tutte le parti. Ormai il gruppo di quasi 50 partenti si è sfaldato e le gerarchie tra i valori in campo iniziano già ad essere chiare dopo pochi km di corsa.

Quindi si arriva allo scollinamneto e il plotone conta al massimo 10 unità tra cui Varo, Ambrosi, Venturini, Nardino, Brichese, Cavalzara, Cristofoli, Pasino, Bardin e Pretto. Altri concorrenti tra cui Forenza, Di Battista, Donà e Tresso scollinano frastagliati a non troppi secondi dai primi.

Nella discesa e nel successivo primo tratto di pianura diversi atleti che avevano perso contatto riescono a rientrare con il gruppo che poco alla volta si ricompatta arrivando attorno alle 20/25 unità. Oltre a quelli citati in precedenza da notare la presenza di Meggio, Saterini, Formaggio,Prebianca.

La parola attendismo non sembra far parte del modo di correre di gruppo oggi e anche nel tratto in piano che porta alla seconda salita il ritmo si fa elevato e costantemente intorno ai 40 km/h. Da notare che le il forcing maggiore è a carico di Tresso che copiosamente si porta in testa e si rende partecipe di vere e proprie trenate tese a sfiancare metro dopo metro gli avversari.

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Quindi il gruppo procede con regolarità verso orgiano quando succede qualcosa di clamoroso: gli stand pubblicitari e il folto pubblico accorso per l’evento costringono tutti ad un imprevisto rallentamento. Finito il momento di esitazione si ritorna a procedere con velocità sostenuta verso alonte con una situazione di gruppo compatto. Ormai il secondo gpm con punte al 10% è sempre più vicino e di conseguenza aumenta il nervosismo con volate e contro volate per prendere le posizioni di testa.

Finalmente inizia la salita con Varo e Ambrosi che approcciano in testa regolando l’andatura del gruppetto. I due parlottano con il primo che spiega che di km al traguardo ne mancano ancora tanti e che quindi è meglio posticipare i fuochi d’artificio sull’ultima asperità di giornata mentre il secondo cerca di carpire lo stato di forma degli uomini in rosso e chi sia il reale capitano.

Passano i metri e pian piano il gruppetto si assottiglia mentre sembrano sgambettare con una certa facilità Venturini, Brichese, Cavalzara.

Si scollina e la carovana sembra essere composta di circa 10/12 atleti tra cui, oltre quelli citati in precedenza, Cristofoli, Tresso, Prebianca, Forenza, Nardino e Donà.

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Immediatamente a ruota Bardin e Pretto.

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Il ritardo di coloro che non sono riusciti a tenere le ruote del gruppo sulla prima salita è ormai incolmabile. Maroso, Roca e Salandin procedono del loro passo.

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Ghida e Spiller se la ridono, per loro oggi è solo una scampagnata.

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Lucia Celotto, ormai lontana da Luisa Donà, punta su una gara regolare per poter dare il suo contributo al suo team.

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La corsa sembra ormai avviarsi verso la più logica delle conclusioni ovvero con la battaglia probabilmente decisiva sull’ultima asperità quando un paio di atleti, tra cui Varo, forzano il ritmo sulla parte conclusiva della discesa provocando un frazionamento del gruppetto e costringendo alcuni concorrenti tra cui Nardino, Venturini, Ambrosi, Donà, Bardin a fare una piccola volata nel breve tratto in pianura di Lonigo per colmare il gap.

Ed eccoci al momento conclusivo. La tensione in gruppo sembra a fare a fette l’aria e una sola domanda riecheggia ineluttabilmente nell’aere: chi sarà il primo ad attaccare??? Quali sono i reali valori in campo? Detto fatto ed il primo a rompere gli indugi è Ambrosi che dopo 300 metri di salita si alza sui pedali ed inizia a forzare il ritmo. E’ un andatura che fa male la sua, proibitiva per molti a cui all’inizio nessuno risponde tranne Venturini. Con regolarità e procedendo del loro passo poi si riagganciano Varo, Brichese, Cavalzara e un altro paio di atleti. La salita spiana un po’ ma manca l’ultimo tornante veramente impegnativo. Qui Ambrosi sentendosi probabilmente già battuto allo sprint decide di giocarsi il tutto per tutto e buttando il cuore, o meglio, le gambe, oltre l’ostacolo si alza sui pedali cambia il ritmo imprimendo una violenta accelerazione. Questo sembra essere l’attacco decisivo con Venturini e Brichese che riescono a rimanere attaccati, Cavalzara proseguendo del proprio ritmo rimane a pochi metri. Tutti gli altri atleti in netta difficoltà si staccano perdendo decisamente contatto.

I quattro procedono ora di comune accordo con Brichese (in apparenza il più “fresco”) e Cavalzara molto attivi per dare maggior impulso all’azione, mentre Venturini e Ambrosi (sicuramente quello più al gancio) si tengono più sulle retrovie. I tratti in salita sono quasi ormai finiti quando all’altezza di località Buso della giaretta, Ambrosi di colpo si stacca. Forse l’azione di prima l’ha mandato troppo fuori giri e ora inizia a pagare dazio.

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Venturini invece con una grande prestazioni riesce seppur perdendo qualche metro a rimanere agganciato al duo, dando prova di grande condizione e carattere.

Ambrosi costretto a smettere di pedalare per qualche secondo a causa di un forte dolore al costato viene raggiunto prima da Bardin e poi da Varo che subito di comune accordo rialzano il ritmo, ma ormai i tre sembrano aver preso il largo. Il distacco tra i due gruppi sembra essere attorno al minuto. Più indietro invece Nardino, Forenza, Cristofoli, Tresso, Pasino, Pretto.

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Ma la corsa non è solo davanti! Dietro c’è il tempo pure per un pit-stop!

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Ci si avvia senza nessuna sorpresa verso l’ultimo tratto in pianura con il terzetto sempre più avviato verso il traguardo e un gruppetto di una decina di unità ricompattato alla fine della discesa all’inseguimento. Tutto sembra andare verso il più classico degli inseguimenti quando gli uomini in rosso prendono una decisione che stravolge tutti i piani tattici: decidono di non impegnarsi nella rincorsa per dare la possibilità a Cavalzara di giocarsi tutte le sue carte. Nardino, Forenza, Bardin e Ambrosi non ci stanno e dandosi cambi regolari in testa al gruppo provano a mettere in atto un azione efficace per ridurre il distacco. Ma complice le poche forze in campo e l’efficace guardia di Varo, Pasino e Cristofoli il ritmo non sembra essere tra i più veementi e il terzetto ormai sembra prendere il largo. Ormai la corsa sembra già decisa. Da notare tra i 10 inseguitori un tentativo di evadere dal gruppo di Forenza, ricucito da Varo e un altro tentativo inscenato da Bardin ricucito da Pretto…eh???? Da Pretto??? Ma i due non corrono per la stessa squadra??? Evidentemente ci sono dei dissidi interni nascosti magistralmente alla stampa.

Siamo a pochi km dall’arrivo. I tre fuggitivi e il gruppo degli immediati inseguitori è già sul tracciato percorso all’andata… ma ecco che, INCREDIBILE!!! Brichese, Calzavara e Venturini imboccano la strada sbagliata!!! Eppure l’avevano percorsa a ritroso poco più di un’ora fa!!!

Ai nostri occhi si presenta una scena fantozziana… i tre fuggitivi giungono sul traguardo dalla parte opposta…

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Proprio mentre sopraggiungono gli undici immediati inseguitori…

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I due gruppi si mischiamo. C’è gran confusione. Gli inseguitori non capiscono l’accaduto, credono ancora di dover sprintare per il 4°posto, ma la presenza dei tre mischia le carte della volata…

Ed il ricordo di tutti torna al 1949…

Alla Parigi-Roubaix del 1949…

In testa vi era un terzetto tutto francese con André Mahé, Georges Martin, Jésus-Jacques Moujic. I tre per errore furono indirizzati su un percorso sbagliato e dovettero entrare nel velodromo di Roubaix da un’entrata secondaria; la volata fu vinta da Mahé. Poco dopo giunse il secondo gruppo, che credeva di competere per la quarta piazza… vinse Serse, il generoso e sfortunato fratello di Fausto Coppi. La giuria dichiarò vincitori ex equo Serse Coppi e André Mahé! Caso unico!

Ma allora l’errore era stato commesso dai giudici di corsa, in questa occasione la responsabilità è tutta dei tre… disattenzione e troppa foga hanno giocato un brutto scherzo!

A vincere la volata del gruppo è Pasino, davanti a Tresso e Varo.

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Nei minuti successivi regna la confusione, non si riesce a capire chi sia il vincitore! Ma poco dopo la sportività regna sovrana: quattro pacche sulle spalle e il risultato inizia a venire messo in secondo piano… alla fine l’ebbrezza e il divertimento provocato dal Trofeo Spiller appena vissuto prevale incontrastato nei cuori e nelle menti di tutti i ciclisti!!!

L’inghippo dell’ordine di arrivo viene risolto in modo piuttosto meticoloso e cavilloso (per non dire dittatoriale) dal patron del Trofeo che impugnando il regolamento penalizza di tre minuti i fuggitivi distratti. A vincere il sedicesimo Trofeo Spiller è Stefano Pasino!

Incredibile il caso di Lorenzo Venturini, vincitore dell’edizione 2010. Da allora ha collezionato un salto di catena a 500 metri dall’arrivo nel 2011 e tre errori di percorso nei tre anni successivi! Un consiglio a tutti… non fidatevi mai di seguirlo!!!

Gli altri corridori arrivano alla spicciolata…

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In alcuni casi i distacchi sono abissali…

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All’arrivo intanto iniziano i festeggiamenti: si mangia, si beve e si premiano i vincitori.

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Ecco i primi classificati della categoria élite… nonché over 40! Classico doccia di spumante per tutti…

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La categoria donne, finalmente nutrita e ben rappresentata! Si ringrazia il “CENTRO FIORI” per la sponsorizzazione!

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Carlo Peron, sempre sorridente, in assenza dei primi due classificati, ritira il premio e sfoggia il prezioso Trofeo Spiller per cui si ringrazia la “GIOIELLERIA CISCATO”.

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Venturini si consola: insieme a Spiller, Celotto e Tivelli vince il titolo a squadre. Una prova di sostanza la loro!

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E’ l’ora dei saluti. Ci si vede tutti nel 2015, sarà la 17° edizione!

Evviva il Trofeo Spiller!!!

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